Amazon e Whole Foods Market hanno annunciato di aver concluso un accordo di fusione.
In base all’accordo Amazon acquisterà Whole Foods per 42 dollari a azione in una transazione interamente cash per circa 13,7 miliardi di dollari, incluso il debito netto.
L’accordo è il più grande nella storia di Amazon, anche se il gigante della vendita online ha acquisito più di 70 aziende dalla fondazione più di due decenni fa.
“Milioni di persone amano Whole Foods perché offre i migliori alimenti naturali e biologici e rende divertente il mangiare sano”, ha detto il CEO di Amazon Bezos. ” Whole Foods ha soddisfatto, deliziato e nutrito i clienti per quasi quattro decenni: stanno facendo un lavoro straordinario e vogliamo che continui”.
John Mackey, co-fondatore e CEO di Whole Foods Market, ha aggiunto: “Questa partnership presenta un’opportunità per massimizzare il valore per gli azionisti di Whole Foods, estendendo allo stesso tempo la nostra missione e portando ai nostri clienti qualità, esperienza, convenienza e innovazione clienti.”
Whole Foods ha aggiunto che continuerà a operare con l’insegna Whole Foods Market e si rifornirà “da venditori e partner di fiducia in tutto il mondo”.
Mackey rimarrà amministratore delegato di Whole Foods Market, la cui sede rimarrà a Austin, Texas.
Nell’anno fiscale 2016, Whole Foods Market ha registrato vendite per circa 16 miliardi di dollari con più di 460 negozi negli Stati Uniti, in Canada e U.K.
L’acquisizione immergerà Amazon nel settore del retail USA, che vale $ 611,9 miliardi, di cui Whole Foods detiene una quota del 2,7%.
Secondo l’analista di IBISWorld Madeline Hurley, “Sebbene i ricavi del settore siano destinati ad aumentare a un tasso annualizzato contenuto nello 0,8 percento nei cinque anni fino al 2022, la transazione permetterà ad Amazon di aumentare non solo le vendite di prodotti alimentari, ma anche di espandere la sua presenza nell’economia fisica”.
Non è la prima volta che Amazon entra nel non virtuale: nel 2015 ha aperto una libreria a Seattle e ora ne gestisce otto a livello nazionale.
Per IBISWorld, nei prossimi cinque anni, con il retail che diventerà ancora più competitivo, le centrali di vendita come Amazon e Walmart dovrebbero investire sia nei negozi online che in quelli fisici per massimizzare la propria quota di mercato.
Il completamento della transazione è subordinato all’approvazione degli azionisti di Whole Foods, all’OK delle autorità antitrust e alle altre usuali condizioni di chiusura. Le parti si aspettano di chiudere l’operazione nella seconda metà del 2017.
Il perché dell’operazione
Amazon è già il maggior player del commercio elettronico negli Usa: è così pervasivo che, secondo i dati dell’istituto di ricerca NPD Group, il 42 per cento dei consumatori ha acquistato qualcosa da Amazon l’anno scorso.
Più nel dettaglio, un rotondo 60 per cento dei Millennials è acquirente Amazon.
Al contrario, solo il 20 per cento dei consumatori americani ha acquistato almeno una volta da Whole Foods l’anno scorso, con una quota che diminuita di 3 punti rispetto ai 12 mesi precedenti.
Tra Millennials, però, il numero è sostanzialmente più alto, il 24 per cento. Si tratta di una penetrazione straordinaria per una catena che ha solo 431 supermercati in tutti gli Usa.
L’accordo dà ad Amazon il controllo di quei 431 negozi, quasi tutti nei quartieri più ricchi e più giovani degli interi Stati Uniti, che potrebbero risolvere gran parte della sfida di consegna per l’”ultimo miglio” per gli alimentari freschi, probabilmente la ragione principale per la presa limitata sui consumi alimentari del 60% dei Millennials che già acquistano altro da Amazon.
Il 52% di chi già acquista on line generi alimentari è già socio Amazon Prime. 431 terminali di consegna rendono improvvisamente più facile l’accesso ai prodotti freschi per chi già tende ad acquistare pesantemente attraverso Amazoni.
“Gli alimentari freschi sono la frontiera definitiva per Amazon. E poterli ottenere alla porta di casa è il massimo della comodità per i consumatori. Gli alimenti freschi sono parte necessaria dell’equazione che consentirà ad Amazon la crescita del volume che sta cercando. L’accordo le dà ancor più credibilità nei confronti dei consumatori e un punto di forza importante”, commenta David Portalatin, VP per l’analisi dell’industria alimentare di NPD.
No alla svendita
Alcuni consumatori di Whole Foods non hanno preso bene la notizia, accusando la catena di svendersi ed e esprimendo preoccupazione per la qualità dei prodotti al termine della fusione.
Whole Foods ha risposto con una lettera che affronta le possibili preoccupazioni:
Stimato cliente,
oggi segna l’inizio di un nuovo capitolo emozionante nella storia di Whole Foods Market, con l’annuncio che abbiamo stipulato un accordo per fonderci con Amazon.
Amazon è un’azienda innovativa e siamo entusiasti della nostra partnership. Crediamo che sia un’occasione incredibile per portare la missione e lo scopo di Whole Foods a nuovi livelli e per creare un valore significativo per i nostri stakeholder, inclusi te, tra i nostri clienti più fedeli.
Vogliamo assicurarti che Amazon condivide l’impegno profondo di Whole Foods Market per la qualità e il servizio al cliente. Continueremo a gestire i nostri negozi e a offrire la più alta qualità, deliziosi prodotti naturali e biologici che nel tempo hai imparato ad apprezzare e ad aver fiducia. Nessun aroma artificiale, colorante, conservante, edulcorante o grasso idrogenato sarà mai in uno qualsiasi dei prodotti vendiamo. La carne arriverà ancora da animali allevati senza ormoni di crescita. Tutte le uova continueranno a provenire da galline allevate fuori dalle gabbie e senza antibiotici. Questi standard sono fondamentali per Whole Foods Market e continueremo a esser loro fedeli.
Che tu sia stato un Whole Foodie per 30 giorni o per 30 anni, sei stata una parte importante nel fare Whole Foods Markets ciò che è oggi. Non vediamo l’ora di condividere con voi il prossimo capitolo.
Il tuo team di Whole Foods
Alcuni commenti.
“La notizia può sembrare scioccante, ma Whole Foods sta proseguendo la missione di fornire esperienze ai clienti senza soluzione di continuità. Amazon sta investendo nell’alimentare da un po’, partendo da Prime Now e poi passando ad AmazonFresh, ma ha trovato due ostacoli: qualità e costo dell’espansione. In termini di qualità, i consumatori amano toccare e sentire i loro prodotti o sapere di stare acquistando da un venditore con i loro stessi standard di qualità. Questo accordo dà a Amazon una sorta di garanzia di prodotti di qualità che Whole Foods ha guadagnato negli anni. In termini di espansione, Amazon ha capito che le esigenze dei magazzini di alimentari freschi non sono le stesse della sua rete logistica. Per giocare efficacemente un ruolo nell’espansione, Amazon ha bisogno di introdurre nella sua rete la catena del freddo, e con questa acquisizione ce l’hanno. Inoltre, questa acquisizione farà di Amazon un enorme colosso multicanale, portandola dalla sera al mattino da 15 negozi fisici a ben oltre 400”.
Jennifer Sherman, vicepresidentre senior per Product & Strategy, Kibo
“Sì, Amazon padroneggia già la consegna in giornata in un gran numero di aree metropolitane, ma sappiamo che il pick-up in-store può essere più redditizio grazie agli acquisti d’impulso. Questa mossa accelererà la capacità di Amazon di offrire opzioni aggiuntive nel food, come l’on-line, il ritiro in-store o la consegna in giornata. La nostra ultima ricerca indica che il 66% dei consumatori prevede di acquistare on-line e di aggiungere opzioni in negozio, con il 55% disposto a scegliere il pdv fisico se questa opzione non è disponibile. I negozi fisici non sono morti; a questo punto Amazon può vendere più prodotto nelle consegne in giornata (e introdurre prodotti Amazon nella rete Whole Foods), per loro il limite è il cielo”.
Tushar Patel, CMO, Kibo
“L’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon va ben oltre la grocery. Suona come una sveglia per tutto il retail. Ora Amazon ha anche l’ultimo miglio. Il prossimo passo sarà quello di i pdv Whole Foods come punti di ritiro della merce. Il 58% degli acquirenti acquista di più quando fa il pickup, il che costituisce un enorme potenziale di sviluppo. E significa che i retailer in genere devono mettete in campo, e in fretta le loro strategie multicanale.
La migliore opzione è investire nella gestione degli ordini, sottolineando che offrono servizi di click-e-ritira e fornire il miglior servizio possibile nei punti di consegna in-store. Secondo un rapporto di OrderDynamics, il 26% dei rivenditori nordamericani offrono servizi di ordini online e ritiro a punto vendita. Il che sta a dire che il 74% deve muoversi velocemente, per non uscire dal mercato in pochi anni “. Charles Dimov, direttore marketing, OrderDynamics
“Il fatto cambia completamente le carte in tavola per molti rivenditori e ha messo Amazon in una posizione perfetta per allargare i confini del settore alimentare. Probabilmente continuerà a spingere per vendere non solo generi alimentari e a sperimentare innovazioni nei negozi. Uno degli ostacoli più evidenti per Amazon nel 2016 è stato la mancanza di scaffali di negozi fisici, che sono critici per la grocery.
Il problema è stato superato in una notte. L’acquisto di Whole Foods renderà ancora più competitivo il mercato on line dei generi alimentari, per cui sarà molto importante per i retailer una politica di prezzi coerenti online e in-store.
Per poter pensare di competere con questa nuova macchina da guerra, il settore deve essere in grado di controllare e guidare i prezzi al pubblico e le promozioni a punto vendita con velocità, agilità e coerenza “.
Paul Milner, Direttore Marketing, DisplayData
“L’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon affronta i suoi due maggiori punti di debolezza: una mancanza di negozi fisici e un di un ruolo importante nei generi alimentari, mentre potenzialmente crea ancora maggiori vantaggi per i suoi punti di forza. Portare sotto il suo controllo centinaia di luoghi fisici consentirà a Amazon di comprendere i consumatori a un livello molto più profondo, fornendo loro esperienze personalizzate sia on line che nei negozi a un livello senza precedenti. Per Accenture Amazon già genera il 35% delle vendite tramite il suo motore di raccomandazione; sarà affascinante vedere come collegheranno i dati digitali e quelli dei ounti vendita fisici per creare una sola visione di ogni cliente per guidarlo a esperienze più personali e coinvolgenti in tutti i canali”.
David Buckingham, CEO, Ecrebo
“Whole Foods ha oltre 430 negozi in tutto il mondo; Il che significa che Amazon ha acquisito più di 430 nuove proprietà da utilizzare come centri di distribuzione. I rivenditori già preoccupati per la forza di Amazon nel commercio digitale ora devono confrontarsi con la nuova realtà: Amazon sta arrivando anche al mattone. Parlo ogni giorno con retailer che negano l’impatto di Amazon sulla loro attività. Ma Amazon ha capito che la vendita al dettaglio e la distribuzione sono cambiati per sempre. Non è più questione di comprare e rivenderei prodotti, ma di creare ecosistemi incredibilmente preziosi. Questa notizia cambia tutto e dalla mia prospettiva non si potrà più negare l’effetto di Amazon, e come l’azienda abbia cambiato completamente i retail”.
Adrien Nussenbaum, amministratore delegato e co-fondatore Mirakl
“Con questo accordo, Amazon sta facendo incursioni più profonde nelle case di più consumatori. L’acquisizione di Whole Foods certamente le consente di servire un crescente segmento di consumatori che prendono seriamente il benessere e la salute. A un livello più profondo, questa acquisizione alimenta anche la sete infinita di Amazon per i dati di mercato iperlocali e sui singoli clienti. Si fa fatica a convincermi che il settore alimentare sia mai stata così approfondita e precisa nell’utilizzare la montagna di dati sui consumatori di cui dispone per portare a una maggiore redditività per cliente. Amazon, d’altro canto, ha continuato a investire in intelligenza artificiale e in applicazioni per servire costantemente i propri clienti con elevati livelli di servizio, con più prodotti e ai prezzi che i consumatori ritengono bassi e giusti. L’intero settore alimentare alla notizia di stamattina si è svegliato con la consapevolezza che il campo di gioco è cambiato drammaticamente. Dubito che altri settori del retail che competono con Amazon capiscano l’impatto di avere ora il grande tesoro di dati sui consumi alimentari, di prodotti per il benessere e per la salute della clientela, che consentiranno ad Amazon di essere un concorrente ancora più spietato in ogni settore retail, si tratti di scarpe, prodotti per bambini, abbigliamento, elettronica, o uno degli altri più di 400 milioni di prodotti che vende”
John Squire, CEO, DynamicAction
Va da sé che non è solo il settore del retail a essere in stato di shock: la faccenda interessa anche gli Unilever, i General Mills e i Kraft del mondo.
In una notte Amazon ha costruito un’autostrada espressa dai propri magazzini alla casa del consumatore e ha elevato la vendita al dettaglio a una nuova generazione.
La mossa probabilmente ignorerà i marchi convenzionali, a favore delle private label.
Cosa impedirà ad Amazon dallo spingere tutte le marche di proprietà di Whole Foods in una posizione di primo piano on-line a scapito dei player di marca?
Amazon sta cercando di differenziare il business e di migliorare la sua immagine di grande “predatore” dell’economia mondiale.
La mossa si collega con l’annuncio fatto solo pochi giorni fa, quando Amazon ha detto di essere pronta a sostituirsi alle banche, finanziando direttamente le Pmi negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Giappone: fino a oggi si era limitata a offrire finanziamento soltanto ad alcune aziende, scelte dai propri algoritmi in base agli acquisti, tra le più promettenti e innovative.
L’agenzia finanziaria Bloomberg parla di “scossa di terremoto nel mondo della distribuzione, che con questa operazione vede abbattere i confini tra il commercio fatto di pixel e pagamenti elettronici e quello fatto di strutture fisiche e prodotti a portata di mano”.
Immaginate se 10 anni fa WalMart avesse acquistato Amazon o se Visa avesse acquistato PayPal…
WalMart, come molti leader di mercato, tende a credere di poter far da sola, ma oggi, 10 anni dopo, sta ancora lottando per recuperare, dopo quattro tentativi di entrare nell’e-commerce andati male, Visa sta cercando di capire le conseguenze di Apple Pay e Marriott sta interrogandosi sulle vere conseguenze di AirBnB.
Il che ci riporta a Amazon. Con AmazonGo, il negozio fisico di Seattle, l’organizzazione non ha sfondato. Adesso ha deciso di saltare la coda, adattando un modello di business già esistente e testato, combinando il meglio dei due mondi.
Presto si vedrà un WholeFoodsGo, dove non esisteranno registratori di cassa, si vedranno i droni che arrivano, WholeFoods Dash arriva, basta un clic …
Quanto è improvvisamente facile immaginare il futuro…