Uno studio commissionato da Greenpeace in Giappone ha rilevato una diminuzione significativa delle tracce di pesticidi nelle urine delle persone che sono passate da una dieta convenzionale a una dieta biologica.
La ricerca conferma i precedenti lavori scientifici che hanno accertato un’ esposizione minore ai pesticidi in individui che consumano alimenti biologici.
“Lo studio dimostra come il passaggio da una dieta convenzionale a una dieta biologica può ridurre la quantità di pesticidi nel corpo. Questo effetto è acncor più pronunciato per l’esposizione ai pesticidi organofosfati, ai piretroidi e al glifosato”, ha dichiarato il professor Thomas Goen dell’IPASUM (Institut und Poliklinik für Arbeits-, Sozial- und Umweltmedizin) all’università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga.
Lo studio ha reclutato due famiglie giapponesi, entrambe con due figli; che hanno consumato una dieta convenzionale per cinque giorni per poi passare a una dieta esclusivamente biologica per 10 giorni. Nel corso dello studio sono stati prelevati campioni di urine tre volte (all’inizio, dopo il periodo di consumo di alimenti convenzionali e dopo quello di alimenti biologici) analizzati nel laboratorio dell’Istituto e policlinico di medicina del lavoro, sociale e ambientale dell’università.
I risultati hanno mostrato livelli più elevati di alcuni pesticidi tra i quattro bambini rispetto agli adulti.
I bambini possono essere molto sensibili agli effetti delle sostanze chimiche tossiche dato che il loro organismo è ancora in fase di sviluppo; il sistema nervoso di un bambino è più suscettibile alle sostanze neurotossiche, e la dose di pesticidi per peso corporeo è probabilmente più elevata a causa delle maggior assunzione di alimenti rispetto alle minori dimensioni.
Lo studio ha esaminato i livelli urinari di sei tipi di pesticidi, tra cui organofosfati, piretroidi, carbammati, neonicotinoidi, erbicidi fenossi derivati (ormonici) e glifosato, così come dei loro metaboliti.
Lo studio non aveva lo scopo di valutare le possibili implicazioni per la salute dell’esposizione ai pesticidi, ma semplicemente di determinare l’impatto della dieta sulle concentrazioni dei pesticidi trovati (gli effetti a lungo termine delle miscele di sostanze chimiche a cui gli esseri umani possono essere esposti con l’alimentazione rimangono poco studiate e davvero poco conosciuti).
“Il cibo coltivato con metodi ecologici, senza prodotti agrochimici di sintesi e antibiotici, può ridurre al minimo l’esposizione a queste sostanze , così come ai possibili rischi relativi, tra cui quelli associati al glifosfato – un diserbante riconosciuto probabile cancerogeno. Un’alimentazione ecologica può anche collegare più da vicino le persone con un sistema di produzione più naturale, in cui gli agricoltori prestano maggiore cura al cibo che producono e all’ambiente in cui lo producono”, ha detto Davin Hutchins, food campaigner di Greenpeace International: “I governi e le aziende di tutto il mondo devono iniziare a investire di più negli alimenti ecologici per renderli più accessibili e più ampiamente disponibili. L’accesso al cibo sano e sufficiente è un diritto umano fondamentale”.
Conclude Greenpeace che, al di là del dibattito sul livello di rischio da esposizione ai pesticidi attraverso la dieta media, il consumo di alimenti biologici riduce l’esposizione e i rischi associati; la produzione biologica dà priorità alla biodiversità, agli alimenti stagionali e locali piuttosto che monocolture come il mais e la soia utilizzati come ingredienti e additivi negli alimenti trasformati.
Il “Greenpeace-Japan-Study of the Effect of Nutrition Change on the Pesticide Exposure of Consumers” si può liberamente scaricare qui.