Una famiglia come tutte le altre, che mangia con attenzione: due genitori e due bambini di 9 e 7 anni, che vivono a Roma in un quartiere semicentrale. Nei loro piatti, come in quelli di tutti e nonostante i limiti sui pesticidi negli alimenti, c’è un bel po’ di chimica. A fornirne le prove, la campagna #ipesticididentrodinoi, voluta da Federbio, assieme a WWF, Legambiente, LIPU e ISDE-Associazione Medici per l’Ambiente, che ha raccolto le urine della famiglia, le ha spedite ad analizzare in un laboratorio di Brema e oggi le rende note attraverso un video.
I valori sono alti per quasi tutte le sostanze cercate, a cominciare dal glifosato che raggiunge nel padre concentrazioni più del doppio (116%) superiori alla media della popolazione di riferimento, quella su cui si sono fatte nel passato analisi e medie statistiche, e che è presente nei bambini in valori alti (rispettivamente per il più piccolo 0,19 microgrammi e per la più grande 0,16 per litro rispetto alla media di 0,12 microgrammi/litro). Poi c’è il clorpirifos, un insetticida utilizzato nei campi, i cui livelli destano preoccupazione soprattutto nel più piccolo, Giacomo: nelle sue analisi ci sono oltre 5 microgrammi di clorpirifos per grammo di creatinina, un valore altissimo rispetto alla media della popolazione che è 1,5 microgrammi/grammo. Questa sostanza provoca – tra i tanti altri danni – particolari effetti sulla capacità di apprendimento e di attenzione, e i bambini sono in assoluto i più esposti. Infine, le analisi della famiglia puntano su due prodotti della contaminazione da piretroidi, i metaboliti Cl2CA e m-PBA, che sono consistentemente presenti nella famiglia. In particolare, m-MPA arriva nella mamma a concentrazioni di circa 3,4 microgrammi per grammo: un record che si trova solo nel 5% delle statistiche finora analizzate.
“I risultati dell’esperimento sulla famiglia condotto dalla campagna #ipesticididentrodinoi sono allarmanti”, chiosa Patrizia Gentilini, medico oncologo e membro dell’ISDE. “Si tratta di sostanze che agiscono a dosi bassissime, molte sono interferenti endocrini e ci sono migliaia di studi pubblicati che misurano gli effetti sulla salute umana delle sostanze indagate. Per quanto riguarda il clorpirifos, la più pericolosa, i danni più importati sono al livello del sistema nervoso in via di sviluppo: preoccupa quindi la quantità trovata nelle urine del bambino. Anche per il glifosato i livelli della famiglia sono nettamente superiori alla media della popolazione di riferimento: lasciando da parte anche la probabile cancerogenicità del glifosato, di cui si discute in questi mesi, sono sicuramente documentati i suoi effetti come interferente endocrino e il suo ruolo nei danni renali e genotossici oltre che nell’alterazione della flora batterica intestinale,”, conclude Gentilini.
“Misuriamo i pesticidi dappertutto: nell’acqua, nel suolo, nei cibi, ma non i nostri livelli di esposizione e contaminazione”, dice Maria Grazia Mammuccini, dell’Ufficio di presidenza di Federbio. “Per questo abbiamo deciso di lanciare la campagna #ipesticididentrodinoi: dopo queste analisi, la famiglia ha fatto una dieta 100% bio di 15 giorni. Il 30 novembre conosceremo e diffonderemo i risultati; cosa succede se non si mangiano prodotti chimici, anche solo dopo due settimane?”.
I risultati delle analisi fatte sulle famiglia D. (dietro l’iniziale ci sono Giorgio, un informatico di 47 anni; Marta, logopedista, 46 anni; Stella di 9 anni e Giacomo di 7) hanno colpito anche chi ha fatto scelte totalmente bio: “La famiglia aveva già uno stile di vita attento, sceglieva con cura il cibo. Ma è difficile sfuggire alla chimica – commenta Mammuccini –. Secondo i dati di Legambiente, su oltre un terzo prodotti che arrivano sulle nostre tavole ci sono residui di pesticidi, anche dentro i limiti di legge: vedremo i risultati alla fine della dieta bio, ma è evidente che con questi numeri occorre ridurre l’esposizione della popolazione ai pesticidi”.
La campagna web #ipesticididentrodinoi è all’interno del progetto Cambia la terra – voluto da Federbio e da un gruppo di associazioni ambientaliste (ISDE, Legambiente, Lipu e WWF) e sostenuto da alcune aziende del biologico (Aboca, EcorNaturaSì, Germinal Italia, Probios e Rigoni di Asiago) – e seguirà la famiglia durante la dieta con una sorta di mini-reality web. Il 30 novembre arriveranno i risultati delle analisi delle urine dopo la dieta a zero pesticidi.
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L’iniziativa sarà presentata con esperti scientifici, esponenti del mondo del biologico e delle associazioni ambientaliste il 30 novembre 2017 – ore 10.30/13.30 presso il Comando Carabinieri Politiche Agricole Via Torino 44, Roma (Sala Nassirya).
Per partecipare all’evento è opportuno registrarsi scrivendo a redazione@cambialaterra.it
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