Secondo le anticipazioni di Agence Bio, nel 2016 il mercato francese degli alimentari biologici è aumentato del 20% dopo il +15% del 2015 e la crescita della domanda di prodotti alimentari biologici spinge la produzione: in un periodo in cui l’agricoltura generale è in crisi, aumenta di oltre il 16% l’entità delle superfici a biologico, arrivando al 5,7% la quota del territorio agricolo francese. Il giro d’affari globale è di 7 miliardi di euro (nel 1999 era solo di 1 miliardo).
Gli ultimi dati del Baromètre Agence BIO/CSA dicono che i prodotti biologici sono diventati un elemento corrente nel paniere dei francesi; l’89% ne ha acquistato nel corso dell’anno, il 69% dichiara di averne consumato almeno una volta al mese. Due anni fa erano 5 su 10 e nel 2003 il Baromètre 2003 aveva registrato un 46% di francesi che non li avevano mai consumati.
La principale motivazione riferita dai consumatori è la tutela dell’ambiente (92% vs 89% nel 2015 vs 67% nel 2007)
L’incremento delle vendite supera ogni previsione. Nel complesso dei canali, ristorazione compresa, il valore supera i 7 miliardi di EUR, contro i 5,76 miliardi del 2015, con un incremento di circa il 20%. A crescere di più il canale dei negozi specializzati, nell’ordine del +25%.
Il 73% dei francesi acquista prodotti biologici nei super e ipermercati, il 48% ai mercati in area pubblica, il 44% dagli artigiani, ecc
9 genitori su 10 si dicono interessati a una maggiore offerta biologica nelle mense scolastiche, 8 su 10 vorrebbe pasti con offerte biologiche sul loro posto di lavoro.
I consumatori regolari sono passati dal 10% al 15%. I prodotti più richiesti sono la frutta e gli ortaggi, i lattiero-caseari e le uova, seguiti dalle carni.
Di conseguenza il settore biologico attira alla conversione un numero crescente di produttori; il 2016 si è chiuso con 32.236 agricoltori (in crescita del 12% rispetto al 2015) e 14.859 trasformatori, distributori e importatori (in crescita del 10%, crescita media del settore +11.5%, 47.185 unità.).
La produzione francese per il momento riesce a coprire il 76% della domanda interna, con una quota di import del 24% (non solo prodotti non coltivabili in Francia come cacao, banane e caffé).