Il settore biologico USA ha registrato un nuovo record nel 2015, con un fatturato complessivo che ha raggiunto 43,3 miliardi di dollari, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente e superando di gran lunga il 3% di tasso di crescita del mercato alimentare complessivo.
I dati sono stati presentati nell’Organic Trade Association 2016 Organic Industry Survey.
Nel 2015 il settore ha registrato il maggior incremento in valore (+4.2 miliardi, contro i +3.9 miliardi del 2014). Dei 43,3 miliardi di fatturato biologico totale, 39,7 miliardi derivano da alimenti (+11%); il non food pesa per 3,6 miliardi, in crescita del 13 per cento.
Quasi il 5 per cento degli alimenti venduti negli Stati Uniti è biologico.
L’ortofrutta fresca ha mantenuto la posizione di leadership nelle categorie, con un fatturato di $ 14,4 miliardi, in crescita del 10,6 per cento. Per l’OTA, ormai quasi il 13 per cento dell’ortofrutta venduta negli Stati Uniti è biologico.
La domanda di prodotto fresco è apparsa ancora più evidente nel continuo aumento delle spremute e dei succhi freschi, che ha visto una crescita esplosiva del 33,5% e che è senza dubbio la sottocategoria a più rapida crescita. Tra le otto macro categorie, invece, la più in crescita è stata quella dei condimenti, che ha superato per la prima volta il miliardo di dollari (+18,5).
Quella lattiero casearia rimane la seconda maggior categoria, con 6 miliardi di fatturato (+10%) e un peso del 15% sul totale delle vendite biologiche.
In sostanza, ortofrutta e lattiero caseario pesano per più di metà delle vendite.
A questi prodotti percepiti come più sani, si aggiungono gli snack (siamo pur sempre negli Usa), con un fatturato di 2.3 miliardi, in crescita di quasi il 14% (e vendite che sono oltre il triplo di dieci anni fa).
Tra il non food (che rappresentano solo l’8.2% delle vendite bio, ma sono in crescita di quasi il 13%, contro un +2.8% nelle vendite di prodotto convenzionale) al primo posto le fibre tessili, seguite da vicino dagli integratori alimentari.
L’aumento della domanda dei consumatori può essere attribuito alla maggior disponibilità dei prodotti nei rivenditori tradizionali: supermercati, negozi all’ingrosso, cooperative di consumo.
Se l’anno si è chiuso in crescita, non sono mancate le difficoltà di reperimento della materia prima: la produzione biologica domestica rimane sempre indietro rispetto alla domanda.
Latticini e cereali avrebbero potuto vedere una crescita ancora più robusta nel 2015 se fosse stata disponibile una maggiore offerta.
A livello di settore c’è la comprensione della necessità di costruire una catena logistica sicura in grado di sostenere la domanda, che va di pari passo con l’aumento delle superfici agricole biologiche, lo sviluppo di programmi per sostenere la conversione degli agricoltori e lo stimolo a nuovi agricoltori.
“Il settore si è unito in modo collaborativo per investire in infrastrutture e informazione; le aziende hanno investito nelle proprie supply chain a per assicurarsi continuità di fornitura”, dice il direttore esecutivo di OTA Laura Batcha.
Oltre alle iniziative sparse di aziende minori, General Mills (società proprietaria di oltre 90 grandi marchi alimentari tra cui Cheerios, Yoplait, Pillsbury… e Organic Valley (la più grande cooperativa di agricoltori biologici del mondo) hanno promosso lo U.S. Organic Grain Collaborative.
L’iniziativa intende aumentare in modo sostanziale la produzione lattiero-casearia biologica disponibilie per General Mills, con l’avvio della conversione di 3.000 acri (oltre 1.200 ettari) che entro i prossimi tre anni saranno destinati a pascolo di vacche per le linee di produzione degli yogurt Yoplait, Annie e Liberté.
La partnership assisterà circa 20 aziende biologiche ad aumentare la quantità di latte prodotto.
“Ci rendiamo conto che una delle maggiori sfide per accelerare la fornitura di materia prima biologica è consentire agli agricoltori di sopportare il periodo di tre anni di conversione”, ha detto John Foraker, presidente di Annie, controllata di General Mills. La casa madre nel marzo scorso ha dichiarato l’impegno a raddoppiare la superficie biologica di fornitura entro il 2019, mirando all’obiettivo di 1 miliardo di vendite nette di prodotti biologici per lo stesso periodo (ora fattura per 675 milioni).
Sul lato del tessile, il 2015 ha visto la creazione del OTA’s Organic Fiber Council, il cui obiettivo è aumentare la consapevolezza dei benefici delle fibre biologiche e favorire la crescita della superficie a cotone biologico negli Stati Uniti.
Qui Pact Organic, che produce capi di cotone biologico certificato Fair Trade ha annunciato il lancio di una sua linea che comprende magliette da uomo e boxer in 460 pdv Target. Pact Organic è un marchio in rapida crescita fondato da Brendan Synnott, che già aveva costituito i marchi alimentari Bear Naked Granola e EVOL Frozen Foods.